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Immagine del redattoreDr. Gianpaolo Giacomini

Quaresima e Carnevale - Tra religione e Alchimia

Carnevale e Quaresima sono antiche tradizioni con radici nelle culture pre-cristiane, poi assorbite dalla chiesa cristiana ed entrate a far parte dei ritualismi annuali.



L'etimologia della parola quaresima è da ricondursi al latino quadragēsĭma, forma femminile di quadragēsĭmus dies = quarantesimo giorno (prima di Pasqua). Si tratta del periodo penitenziale di purificazione che segue immediatamente il Carnevale, dal "mercoledì delle ceneri" al "giovedì santo" (appunto quaranta giorni), caratterizzato dalla pratica del digiuno e dell'astinenza dalle carni, da altre mortificazioni e dai cosiddetti "esercizi spirituali" in preparazione della Pasqua.


La quaresima inizia con il mercoledì "delle ceneri", giorno che segue il "martedì grasso", ultimo giorno del carnevale (carnem levare, con significato non solo legato alla "dieta" ma anche esoterico di "andare oltre alla carne").

Il Carnevale romano affonda le sue radici nei festeggiamenti detti "Saturnali": antiche festività religiose legate al culto del dio Saturno celebrate a Roma nel mese di dicembre (dal 17 al 22) con divertimento, sacrifici rituali, balli e, soprattutto, con utilizzo di maschere.

Durante questi festeggiamenti, gli schiavi potevano considerarsi liberi, tanto che uno di loro veniva eletto princeps e gli venivano assegnati tutti i poteri. Il princeps veniva vestito con una buffa maschera dai colori sgargianti e personificava una divinità infera che aveva preso il potere nel mondo dei vivi. Nell’antica Roma si credeva che queste divinità maligne dovessero essere placate tramite l’offerta di doni e con feste in loro onore, in modo da farli tornare nell’aldilà, da dove avrebbero favorito il raccolto estivo dell'anno successivo.


Il mercoledì delle ceneri, il primo giorno successivo all'ultimo giorno di Carnevale, ricorda le parole pronunciate da Dio nel giardino dell’Eden che accompagnano la cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva: “ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai” (Genesi 3,19).

Secondo la visione alchemica, la cenere rappresenta il Sale, l'essenza che sta alla base della materia grezza, nel quale lo Spirito si incarna divenendo Anima e vivificando il corpo. Le ceneri quindi hanno il significato di rinnovare e ritrovare l'essenza connessa al nostro corpo, risvegliare la nostra Anima e purificare il corpo per meglio accoglierla in esso.



Le ceneri hanno anche il legame con il "bruciare": in seguito all'azione del Fuoco, la materia viene purificata di tutte le impurità di cui è impregnata (tossine) e risorge a nuova vita più leggera ed essenziale. Il mercoledì delle ceneri rappresenta quindi, alchemicamente parlando, il processo di calcinazione attraverso il quale si fa emergere la purezza del corpo e della materia nel quale si fissa e quindi esprime al meglio il nostro Spirito.


Dal primo giorno di quaresima, iniziano i 40 giorni di Purificazione per prepararci alla Pasqua, momento in cui il corpo (la carne) purificata, lascia spazio alla manifestazione del divino Spirito che noi siamo, il quale è solamente "fissato" al corpo ma non è il corpo.

Il percorso per manifestare appieno la nostra Anima spirituale si snoda attraverso la purificazione della materia, intesa come "decontaminazione" da tutti i condizionamenti fisici, emotivi, mentali e caratteriali (DNA) che offuscano la nostra vera essenza di esseri unici e individuali.


A livello simbolico, quaranta sono i giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il battesimo nel fiume Giordano. Sempre quaranta i giorni del diluvio universale, così come quelli trascorsi da Mosè sul monte Sinai e, ancora, gli anni che il popolo di Israele ha dovuto aspettare prima di raggiungere la Terra Promessa. Inoltre, nei Vangeli sono quaranta anche i giorni in cui Gesù risorto istruisce gli apostoli prima di ascendere al cielo. Sempre di 40 giorni è invece la quarantena, periodo di isolamento dopo una potenzialmente pandemica patologia infettiva. Il tutto, legato simbolicamente alle 40 settimane di gestazione durante una normale gravidanza.


In sintesi, la Quaresima è il momento in cui è necessario rivedere sé stessi, purificarsi fisicamente (depurazione e drenaggio), mentalmente ed emotivamente per permettere alla nostra Anima di potersi manifestare senza condizionamenti che ne alterino la manifestazione stessa. L'antica Alchimia sintetizza questo percorso con il nome di "asepsia", ovvero decontaminare sé stessi dai condizionamenti che non permettono alla nostra verità di manifestarsi.

Questo è un concetto da una parte simbolico (non è necessario infatti attendere la Quaresima nel calendario annuale per compiere questo processo) ma anche pratico-operativo, dato che essa cade nel periodo dell'anno (perlomeno nell'emisfero nord del globo terrestre - nell'emisfero sud si entra nella stagione autunnale) in cui il "cambio di stagione" primaverile richiede la depurazione dalle tossine accumulate durante l'inverno.


A questo punto possiamo dire che la Quaresima, se nell'emisfero nord della Terra rappresenta anche un buon periodo di 40 giorni in cui è bene ripulirsi da tutte le tossine accumulate durante l'inverno, in senso più esoterico rappresenta un momento (o una fase) alla quale possiamo accedere in qualsiasi momento della nostra vita, per riflettere (riflessione, non pensiero della mente) riguardo chi siamo, cosa oscura la nostra verità interiore, quali lati di noi stessi possiamo modificare, rettificare o anche trasformare per manifestare la nostra unica e pura Verità riguardo ciò che siamo.



Normalmente viviamo nell'oblio della coscienza, senza consapevolezza di ciò che siamo davvero, poi arriva l'archetipo di "Saturno" che, attraverso i Saturnali, ci mostra che possiamo essere sovrani di noi stessi, che possiamo sovvertire l'ordine sociale interiore: la mente diviene schiava dell'Anima e quest'ultima regna in noi. Per ora è solo un "gioco" ma che ci mostra dove possiamo arrivare.

A questo punto, proprio alla fine dei Saturnali, avviene il "Sol Invictus": lo Spirito "parla" alla materia.

Poi inizia il carnevale delle maschere, durante il quale possiamo riconoscere i mille volti che indossiamo per difenderci dalle ferite emozionali di cui ci siamo caricati la coscienza e che fanno parte del nostro cammino esperienziale.

Terminato il Carnevale, compreso a fondo che non siamo "solo carne" e mente, è il momento di frammentare tutte le nostre maschere che abbiamo riconosciuto e prepararci alla liberazione e rinascita dello Spirito vero che vive in noi che, in senso metaforico, corrisponde alla Pasqua, la risurrezione della consapevolezza di essere "divini".

Tutte queste festività fanno parte di un ciclo/processo metaforico che deve avvenire dentro di noi nel processo alchemico di maturazione del frutto più buono e succoso della vita: noi stessi.

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