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Immagine del redattoreDr. Gianpaolo Giacomini

La febbre: una risposta normale agli "insulti" biologici

Estratto dal libro "La febbre non è una malattia"

"La febbre non è una malattia"

Può sembrare una frase forte, quasi provocatoria, ma è la verità.

Biologicamente parlando, la febbre non è una malattia, ma ci sono innumerevoli malattie che hanno in comune la manifestazione della febbre. Questo è il punto cruciale del discorso. Fino a che continuano ad educarci erroneamente riguardo la “pericolosità” della febbre, da cui ne deriva il bisogno impellente di abbassarla o azzerarla, saremo sempre vittime dell’ignoranza.

Utilizzare farmaci anti febbrili ogni volta che la temperatura del corpo si alza sopra i 37°, con l’erronea paranoia che la febbre va assolutamente combattuta come la peste è un approccio obsoleto se non anche dannoso. In tutto il mondo si verifica ogni anno un abuso di farmaci antifebbrili o meglio definiti anti piretici: dai classici anti infiammatori (FANS) non steroidei, all’aspirina, fino al paracetamolo che è un antifebbrile e antidolorifico ma non anti infiammatorio. L’abuso di tali farmaci non è privo di effetti collaterali, anche negativi, e andrebbero utilizzati solamente in caso di bisogno. Uno studio dell’Otago University di Wellington, in Nuova Zelanda, condotta su 1.500 bambini e pubblicata sulla rivista Clinical and Experimental Allergy, ha dimostrato che il paracetamolo potrebbe essere una causa dell’insorgenza di allergie e asma. Il dottor Julian Crane, autore dello studio, ha notato che i bambini a cui è stato somministrato il farmaco nei primi 15 mesi di vita, e cioè il 90% del campione monitorato, hanno un maggior rischio di sviluppare asma. La probabilità di diventare sensibili agli allergeni respiratori a sei anni è di ben tre volte tanto, mentre la probabilità di sviluppare sintomi come l’asma è doppia, rispetto ai bambini che non hanno utilizzato il paracetamolo. Le cause di questo collegamento con il farmaco non sono ancora chiare.

Occorreranno altre ricerche anche se al momento ci sono evidenze certe che mostrano la correlazione.

Il ricercatore ha ben evidenziato, nel corso dello studio, che in molti casi il farmaco era stato proposto a bimbi molto piccoli con una certa leggerezza, per esempio in presenza solo di poche linee di febbre. La febbre ha un ruolo biologico importantissimo, quasi vitale, nel mantenimento dell’omeostasi (equilibrio dinamico) corporea, e ciò che va cambiato è solamente la visione che noi abbiamo nei confronti della febbre stessa. La febbre ci sarà sempre e il corpo risponderà alle aggressioni sempre con l’attivazione di questo meccanismo che da millenni fa parte del meccanismo biologico dei mammiferi.

In pratica, con "febbre" si intende un aumento della temperatura corporea al di sopra della temperatura normale del corpo, che di norma è 36,8°/37°.

La febbre è l’aumento della temperatura corporea.

L’aumento della temperatura corporea risponde a dei meccanismi interni sia chimici che fisici (ovvero mediati da sostanze chimiche prodotte dal corpo e da stimoli fisici/nervosi) ed è un meccanismo strettamente conservato nel corso dell’evoluzione: è dunque un qualcosa che non abbiamo perso evolvendo poiché è estremamente importante.

La febbre va di pari passo con l’infiammazione: due modalità molto simili e connesse tra loro attraverso le quali il corpo cerca di risolvere problemi biologici: da una ferita superficiale, ad un processo irritativo locale, ad una carie fino ad una infezione (diversa dalla infiammazione) locale o sistemica/diffusa.

La febbre ci porta sempre ad attuare degli atteggiamenti conservativi che sono utili per portarci alla soluzione del problema verificatosi: bisogno di riposo a letto, stanchezza e quindi astenia che ci limita nelle attività quotidiane, anoressia e quindi diminuzione dell’impegno digestivo, aumento della sete, attivazione degli organi emuntori e della sudorazione, attivazione del tessuto connettivo extracellulare e molte altre modificazioni.

La febbre è un importante meccanismo di regolazione del corpo in situazioni che richiedono una risposta di “emergenza”.

In tutto questo “movimento” interno, è come se il corpo passasse da uno stadio “normale” ad uno stadio più “attivato”, come in allarme, nella misura in cui il problema da risolvere persiste e deve essere affrontato come priorità dal sistema biologico (volgarmente, il corpo).


Possiamo metaforicamente dire che il corpo fa tutto attraverso la febbre, ovvero attraverso l’aumento di temperatura; la digestione stessa degli alimenti non avverrebbe senza l’aumento di temperatura nei visceri e negli organi digestivi, cosa che si verifica attraverso l’aumento dell’afflusso di sangue a quest’ultimi durante tutto il processo digestivo. Questo è uno dei motivi per i quali ci hanno sempre consigliato di non “fare il bagno” o di coprirci dopo mangiato, in quanto tutto il sangue viene richiamato nei visceri e la periferia ne rimane “sguarnita”.

L’aumento della temperatura corporea è anche una conseguenza dell’esercizio fisico, di uno sforzo, e consegue alla richieta di maggior ossigeno, glucosio e ad una maggior produzione di energia (che è in parte dispersa sotto forma di calore) nei muscoli. Niente di grave quindi, stiamo solamente facendo ginnastica e il corpo smaltisce l’eccesso di calore attraverso la sudorazione!

La febbre similmente rappresenta lo sforzo che il nostro sistema biologico sta attuando per risolvere un problema, di qualsiasi natura esso sia, spesso anche emotivo o psichico. Quindi, è importante comprendere cosa la febbre ci sta segnalando e non spegnerla senza comprenderne il significato.


Non è costruttivo avere paura della febbre, casomai è necessario comprendere perché si è manifestata e trattare senza indugio la causa che la ha provocata.


Vedi il libro: https://www.gianpaologiacomini.com/items/la-febbre-non-e'-una-malattia

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